Tattoo Stories: intervista ad Andrea Enrico - parte 6

Nelle tattoo convention saper gestire tempistiche, fatica e tensione non è semplice. Specialmente per chi, come Andrea Enrico, è molto competitivo. Tutto va preparato e studiato nei minimi dettagli, per non rischiare di non completare il lavoro. In questa ultima puntata di Tattoo Stories, il tatuatore del Dormouse ProTeam ci rivela qualche dritta per organizzarsi al meglio in gara, e magari vincere anche qualche contest. Scopri i suoi segreti!

Qual è l’aspetto più difficile del partecipare a una convention? E qual è, secondo te, il segreto per vincere?

Per quanto riguarda le convention, non lo so, dipende come uno le affronta.
Io sono molto competitivo, quindi le ho sempre affrontate a livello agonistico. Quindi preparandomi tantissimo, portando un pezzo studiato, un cliente studiato, che regga la seduta, le sedute di tre giorni, che la dimensione del tatuaggio fosse il più lungo possibile, ma senza rischio di non finire.

Non so se mi sono spiegato, però ovviamente se tu hai tre giorni di lavoro e vuoi competere per un Best in Show, se tu porti un tatuaggio grosso così, per quanto sia perfetto, non può competere con un tatuaggio cinque volte più grande. O meglio, può competere dal momento che il tatuaggio più grande non è di livello.

Una volta le convention erano molto diverse, erano più per il pubblico che per i tatuatori, cioè era un radunarsi di persone, di tatuatori, per poter tatuare più persone possibili in quel punto, perché appunto non c'erano tanti studi. Adesso invece sta diventando più una roba per noi tatuatori, un confronto tra noi tatuatori.

Io parlo dei Best in Show perché punto quasi sempre a quelli. In gara vedi dei lavori strepitosi, cioè delle robe folli. Quindi tu nella convention prima vedi questi lavori, in quella dopo devi portare qualcosa che può competere. Quindi devi cercare di fare il lavoro più grande possibile, questo è il mio parere, con la qualità migliore che puoi, senza andare fuori tempo, cioè senza non riuscire a finire il pezzo, eccetera eccetera. Facendo così, ovviamente sei in teoria molto competitivo, perché tu hai fatto un lavoro più grande possibile, tecnicamente, si spera, perfetto, quindi le persone contro cui competi devono fare una roba analoga.

Come consiglio? Non lo so, io consiglio di fare i contest, quindi di puntare ai Best in Show, o comunque contest importanti, quando si ha un buon livello, tanto da non bruciarsi il nome o la faccia prima del tempo. Nel senso che se uno si sente bravissimo e fortissimo, fa un esterno gamba intero in tre giorni, però non ha le capacità o non ha l'esperienza per farlo, non finisce il pezzo, quindi perde tutta l'essenza della gara.

Ma la cosa peggiore che un tatuatore può fare è fare veloce per finire il pezzo. Questo è eticamente sbagliato, primo per il cliente, perché sì che tu sei in gara, sì che hai quei tre giorni per fare il tatuaggio, ma a lui rimane per tutta la vita. Quindi un tatuaggio fatto di corsa per fare la gara non è produttivo.

In più, non è produttivo neanche per i giudici e per la gara in sé, quindi per la tua carriera. Perché se fai un tatuaggio mediocre, o comunque inizi bene ma poi vai a finire male, quindi fai sfumature veloci, quindi è tutto arrossato, quindi gonfia, quindi spurga, quindi non hai fatto attenzione ai dettagli, questa è una cosa che ti penalizzerà un sacco. Almeno, per quanto mi riguarda, penalizza un sacco.

Preferisco vedere un tatuaggio non finito in gara che un tatuaggio finito veloce, perché quello è molto probabilmente irrimediabile ed è eticamente sbagliato. Quindi il mio consiglio è di fare le cose per gradi, con i vari step.

Grazie mille Andrea e buona fortuna per i tuoi prossimi contest!

Grazie mille, grazie mille! Speriamo che continui questa scia. Speriamo che continui a ottenere questi risultati, oh. Supportatemi! Grazie mille! Ciao, ciao.

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