A tu per (tat)too: le Olimpiadi... del tatuaggio

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono finiti da poco più di una settimana, ma i ricordi dei tanti successi italiani rimarranno per sempre indelebili nelle nostre menti. Indelebili come i tattoo che atleti e atlete hanno scelto di farsi in memoria di questo grande evento sportivo. Ma come è iniziata la tradizione dei tatuaggi olimpici? E qual è il simbolo più tatuato? Questa sì che è una storia da raccontare, leggi l’articolo!

Al di là delle polemiche sulle troppe medaglie di legno (ben 25), i risultati dell’Italia alle Olimpiadi di Parigi da poco concluse sono stati più che soddisfacenti: 40 podi, di cui 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi. Sarebbero tante anche le prime volte storiche da menzionare, come l’impresa della ginnasta Alice D’Amato alla trave o quella dell’Italvolley, che ha battuto 3-0 gli Stati Uniti nella finale dell’11 agosto. Traguardi meravigliosi, frutto di anni e anni di duro lavoro, impegno e costanza.

Ma anche per chi non è riuscito a strappare una medaglia agli avversari le Olimpiadi sono un’esperienza da ricordare. E in che modo, se non con una traccia indelebile come un bel tatuaggio?

La nostra rubrica estiva A Tu per (Tat)too questa volta diventa rubrica olimpica e scava nella storia dei Giochi per scoprire dove e come nasce la tradizione dei tattoo a tema Olimpiadi.

Le Olimpiadi antiche

La culla dei Giochi Olimpici è ovviamente la Grecia, che dal 776 a.C. al 393 d.C. ospitò nella città di Olimpia una serie di competizioni sportive che dovevano rendere omaggio a Zeus e agli altri dei. Evento molto amato e rispettato, le Olimpiadi prevedevano la tregua di ogni conflitto bellico e la partecipazione dei soli uomini liberi, parlanti greco e provenienti da ogni parte della penisola ellenica e dalle colonie.

Le discipline in cui gli atleti gareggiavano erano la corsa dello stadio, di resistenza e delle quadrighe, la lotta, il pugilato, il salto in lungo e il lancio del giavellotto. Nel corso del tempo, vennero aggiunte anche altre competizioni e le cerimonie di apertura e chiusura. Non mancavano naturalmente i premi, che permettevano ai vincitori di godere di enorme prestigio e di essere sostanzialmente mantenuti a vita dal governo.

Le Olimpiadi moderne

Le Olimpiadi moderne hanno poco o nulla a che fare con quelle antiche, estintesi a causa dell’intervento dei romani cristiani, che le ritenevano rozzi rituali pagani. I vecchi valori però sono rimasti e sono gli stessi su cui si basano i nuovi Giochi Olimpici: fratellanza, sacrificio e sana competizione.

Fortemente volute alla fine dell’Ottocento da Pierre de Fredy, barone di Coubertin, le Olimpiadi moderne nacquero proprio con l’obiettivo di riunire e riappacificare i popoli dopo secoli e secoli di guerre. La prima Olimpiade moderna si tenne nel 1896 ad Atene, in Grecia, in onore degli antichi Giochi e da allora si ripete ogni 4 anni in una sede diversa.

Il tatuaggio dei cerchi olimpici

Proprio in occasione della prima edizione venne fondato il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che, oltre a occuparsi dell’organizzazione, ebbe, qualche anno più tardi, il compito di elaborare un simbolo che potesse incarnare appieno lo spirito olimpico.

Tra le tante proposte, alla fine vennero scelti i 5 cerchi intrecciati su sfondo bianco che conosciamo bene, da allora emblema di unione tra i popoli. I diversi colori, erroneamente associati ai 5 continenti abitati, sono in realtà le tinte più utilizzate nelle bandiere dei vari Stati e, insieme al motto latino citius, altius, fortius (più veloce, più in alto, più forte) rappresentano le abilità di ogni partecipante ai Giochi.

Ogni sforzo, ogni piccolo traguardo è una vittoria ed è proprio per questo che non serve aver vinto una medaglia per potersi tatuare i 5 cerchi olimpici. Il loro vero significato è infatti quello di essersi messi alla prova, aver lottato, aver dato il proprio meglio e finalmente essere lì, ai Giochi Olimpici.

Ma a chi venne per primo l’idea di avere un tatuaggio dedicato alle Olimpiadi?
Il suo nome è Chris Jacobs, nuotatore statunitense che, dopo aver vinto ben 3 medaglie alle Olimpiadi di Seoul nel 1988, fece aggiungere i 5 cerchi al tattoo che rappresentava la mascotte della sua vecchia Università in Texas, un toro. In un’intervista, disse di essersi ispirato ad alcuni colleghi canadesi, che già allora nascondevano una piccola foglia d’acero sotto il costume. Per niente pentito della sua scelta, negli anni Jacobs si è tatuato altre due volte a tema olimpico per festeggiare nuovi importanti traguardi.

Così, edizione dopo edizione, il tatuaggio olimpico si è diffuso sempre di più, dal nuoto americano a quasi tutti gli sport. E, fortunatamente, nel corso del tempo non è più stato necessario nascondere questi tattoo-trofeo. Anzi, atleti e atlete di ogni nazione li sfoggiano con orgoglio, come hanno fatto a Parigi il nostro Marcell Jacobs e la nostra Simona Quadarella.

C’è anche chi aggiunge piccoli dettagli dopo ogni Olimpiade. Tra le altre, la ginnasta Vanessa Ferrari si è fatta incidere, insieme ai 5 cerchi, anche i loghi delle varie edizioni a cui ha preso parte. Sono tanti poi gli sportivi che personalizzano gli stessi cerchi olimpici nei modi più fantasiosi e bizzarri. Il nuotatore turco Mert Kilavuz, per esempio, li afferra con delle bacchette come se fossero pezzetti di sushi. E potremmo continuare all’infinito.

La parola al fornitore

Come si realizza un tatuaggio così importante come quello dedicato a una partecipazione olimpica?

Beh, per prima cosa bisogna decidere lo stile, che si deve armonizzare bene con gli eventuali altri tattoo già presenti, ma soprattutto con la personalità dell’atleta.

Un’altra scelta importante è quella del colore. In un tatuaggio in bianco e nero si noteranno molto bene le forme e i contorni e l’aspetto sarà più classico ed essenziale. Con un tattoo a colori, invece, ci si può sbizzarrire di più, riproducendo fedelmente i 5 cerchi oppure giocando con mille dettagli e sfumature.

Anche la grandezza e la visibilità del tatuaggio non sono da sottovalutare. In alcuni casi, atleti e atlete hanno preferito un simbolo discreto, posizionato in zone facilmente copribili, come il retro del collo. Al contrario, in altri, i tatuaggi sono collocati in aree che sottolineano le linee del corpo ed esaltano il fisico, come la schiena.

Parlando di attrezzatura per tatuaggi, come già specificato più volte, è fondamentale scegliere prodotti sicuri e certificati, che garantiscano risultati di qualità. Non solo inchiostri e cartucce, ma anche una tattoo pen wireless idonea al progetto da completare: la KREA per lavori di grandi dimensioni, la TEZLA V2 SS per tatuaggi con tanti dettagli e che richiedono la massima versatilità, la SMART in tutte le situazioni in cui è la facilità di utilizzo a fare da padrona.

Ma quindi solo chi ha partecipato alle Olimpiadi può tatuarsi i 5 cerchi?
Assolutamente no, non sta scritto da nessuna parte!
I cerchi intrecciati non rappresentano solo lo sport, ma anche uno spirito olimpico che può avere mille sfaccettature, dalla pratica sportiva in senso stretto alla lealtà e all’inclusione. Avere un simbolo di questo tipo sulla pelle può voler semplicemente dire apprezzarne i valori e agire secondo questi in ogni aspetto della vita.

Riassumendo:

 Il tatuaggio dei cerchi olimpici è molto amato da atleti e atlete di tutto il mondo

 I 5 cerchi sono il simbolo delle Olimpiadi moderne e rappresentano, insieme al bianco dello sfondo, i colori più utilizzati nelle bandiere dei vari Stati

 Per chi partecipa ai Giochi Olimpici farsi questo tattoo significa celebrare ogni piccolo traguardo come una vittoria

 Il primo a tatuarsi questo simbolo è stato il nuotatore statunitense Chris Jacobs dopo le Olimpiadi di Seoul del 1988

 Da allora, il tatuaggio dei 5 cerchi è diventato un vero e proprio rito di passaggio per chiunque partecipi ai Giochi, ma anche per chi semplicemente ne condivide i valori